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Allergie in aumento causa inquinamento

“Epidemia allergica”, perché aumentano le allergie

Le allergie sono probabilmente sempre esistite. Le prime descrizioni della rinite allergica risalgono ai primi decenni del 1800. Fino al 1960 si può calcolare che le malattie allergiche (rinite e asma, dermatite atopica e da contatto, allergie alimentari ecc.) fossero presenti tra l’1% e il 2% della popolazione. Dal 1960, nei paesi occidentali, l’aumento è stato vertiginoso: già nel 1970 si calcola che le malattie allergiche colpissero il 4,5% della popolazione per passare all’8,4% nei primi anni Ottanta.

L’organizzazione mondiale della sanità stima che nel 2050 le allergie colpiranno il 50% della popolazione. Tanto che si parla di una vera e propria “epidemia allergica”.

Quali sono attualmente le ipotesi più accreditate per giustificare questo aumento?

La prima è senza dubbio la cosiddetta “ipotesi igienica” (ipotesi di Strachan del 1989). In questo caso la responsabilità viene attribuita al fatto che il nostro sistema immunitario “lavora” meno rispetto al sistema immunitario dei nostri nonni e bisnonni e diminuisce così un tipo di linfociti (i linfociti T helper-1) che sono “protettivi” nei confronti delle malattie allergiche. La maggior parte della popolazione prima del secondo conflitto mondiale viveva vicino a stalle a stretto contatto con animali, beveva latte non pastorizzato e acqua del pozzo, non veniva sottoposta a vaccinazioni, non aveva a disposizioni armi per combattere le infezioni come gli antibiotici. Si trattava di una popolazione che, se fosse giunto ad una età adulta, avrebbe avuto un sistema immunitario molto forte. Secondo questa ipotesi, il cambiamento radicale nell’esposizione ai microrganismi legato all’igiene sempre più diffusa, ha un impatto sull’azione del sistema immunitario e potrebbe essere responsabile, almeno in parte, dell’aumento delle malattie allergiche, soprattutto nei Paesi dove le condizioni di vita sono migliori e quindi è ridotta l’esposizione ai germi.

Tra i “colpevoli” dell’aumento delle allergie troviamo anche l’aumento delle temperature, l’inquinamento e la qualità dell’aria.

Il surriscaldamento del pianeta ha anticipato il periodo di fioritura delle piante rispetto all’arrivo della primavera. Da questo dipende il fatto che i pollini si concentrano nell’aria per un arco di tempo ben più ampio: è quasi scontato che l’incidenza delle allergie sia maggiore. Nei luoghi in cui la qualità dell’aria è peggiore, d’altra parte, i numeri delle allergie sono più elevati. Più alte sono le temperature, maggiore è la quantità di ozono che si sviluppa nell’aria. Parliamo di una molecola non allergizzante, ma che è in grado di irritare l’apparato respiratorio. E, dunque, di accentuare i sintomi respiratori di un’allergia primaverile. A partire dall’asma, rilevabile in quasi il 40% delle persone che ne soffrono: da sola o associata alle altre manifestazioni (starnuti, ostruzione nasale, prurito, rinorrea e congiuntivite). A ciò occorre aggiungere anche l’inquinamento veicolare.

I particolati (Pm 2,5, Pm 1 e soprattutto Pm10) possono fungere da «vettore» per i pollini: in pratica le molecole allergeniche si legano alla superficie del particolato che poi le trasporta anche a distanze considerevoli rispetto al luogo dove erano state liberate. L’azione dello smog si combina così con quella degli allergeni peggiorandone le conseguenze e causando congiuntivite, raffreddori frequenti e prolungati nel tempo, ma anche asma e disturbi respiratori.

Se i sintomi si manifestano per la prima volta e lasciano sospettare un’allergia è bene consultare uno specialista allergologo. Lo studio medico Malaguarnera di Catania potrà fornirti una diagnosi di allergia e un percorso terapeutico mirato. Prenota una visita specialistica chiamando i seguenti numeri: 0957150323 / 3471143326.

Asma allergica bambini

7 consigli utili per chi soffre di asma allergica

Forse non tutti sanno che l’asma è la più diffusa malattia cronica fra i bambini ma non solo, infatti secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) le persone che ne soffrono si aggirano sui trecento milioni e l’80% dei casi di asma sono causati dall’allergia.

L’asma allergica si manifesta in seguito ad una catena di eventi biologici successivi al legame tra la sostanza allergizzante con le immunoglobuline presenti sui mastociti della mucosa bronchiale dei soggetti allergici. Questo legame provoca la liberazione di sostanze infiammatorie come istamina, leucotrieni e citochine che inducono la contrazione della muscolatura bronchiale. La riduzione del calibro dei bronchi comporta delle difficoltà respiratorie che si manifestano con il caratteristico respiro sibilante, oppressione toracica e tosse.

L’asma allergica è il più comune tipo di asma e la primavera è il periodo dell’anno in cui si presenta con maggiore insistenza.

Gli stessi allergeni che determinano i sintomi di un attacco allergico possono anche provocare brutti attacchi d’asma. I fastidi appaiono quando si entra in contatto con gli allergeni (come i pollini, gli acari della polvere, la muffa, ecc.) e sono gli stessi che riguardano una “comune” allergia:

  • tosse (soprattutto di notte);
  • respiro affannoso (anche con presenza di un ‘fischio’);
  • fiato corto;
  • respiro rapido;
  • senso di occlusione al petto.

Nel caso di un bambino, però, può essere estremamente difficile diagnosticare l’asma allergica. Diventa fondamentale che i genitori dicano al pediatra se qualcuno della famiglia soffra di una particolare allergia (come la febbre da fieno o l’orticaria). Inoltre, per una diagnosi certa sono essenziali le somministrazioni di test cutanei o del sangue per capire se il bambino abbia allergie che possono scatenare sintomi asmatici (test che possono essere effettuati a qualsiasi età).

Una volta effettuati i dovuti test medici per individuare gli allergeni e per fare uso di farmaci ad hoc, ecco alcuni suggerimenti per diminuire le possibilità di un attacco di asma allergica:

Asma allergica - filtri climatizzatore pulitiC’è sentore di essere nel momento clou dei pollini nell’aria? Se si può, bisogna stare a casa e tenere le finestre chiuse. Fa caldo? Allora si può accendere il condizionatore ma occorre accertarsi che il filtro dell’aria sia pulito.

Asma allergica - lavare tessutiAttenzione ai tessuti e ai tappeti che attraggono gli acari della polvere. Lavare, quindi, spesso le lenzuola e le fodere dei cuscini, almeno una volta alla settimana e in acqua calda.

Asma allergica - peluche lavabiliAi bambini comprare peluche che siano lavabili.

Asma allergica - attenzione all'umiditàControllare l’umidità in casa: la soglia oltre la quale si scatenano più reazioni è del 40%. In questo caso, quindi, meglio usare dei deumidificatori perché l’aria secca rallenta la crescita di muffe e la riproduzione degli scarafaggi e degli acari della polvere.

Asma allergica - lavare spesso cani e gattiL’allergia è nei confronti degli animali domestici? Ove possibile, tenere gli amici a quattro zampe all’aperto o almeno evitare che entrino nella stanza in cui si dorme. Lavare almeno una volta alla settimana il cane o il gatto (non esiste una razza che crea più attacchi allergici di altri).

Asma allergica - mantenere pulita la casaMantenere pulita la casa, soprattutto la cucina e il bagno, così da evitare muffa e acari. Le briciole, poi, vanno sempre tolte dal pavimento e dal tavolo.

Asma allergica - trascorrere più tempo in montagnaUno dei consigli per mitigare gli effetti delle allergie respiratorie è trascorrere del tempo in montagna, preferibilmente in alta quota.