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Immunoterapia orale desensibilizzazione trattamento allergie alimentari

Immunoterapia orale, o desensibilizzazione, nel trattamento delle allergie alimentari

Arachidi, frutta a guscio, uova, latte, soia, grano e alcuni tipi di pesce. Sono fra i principali allergeni alimentari e circa l’1-2% degli adulti (la percentuale sale fino al 5% in età pediatrica) ha reazioni avverse di natura allergica ad alcuni di questi cibi. Attualmente la gestione standard dell’allergia alimentare prevede la dieta di esclusione e il ricorso ai farmaci di emergenza in caso di reazione avversa. Nonostante una dieta di esclusione rigorosa, si stima che ciascun paziente presenti in media una reazione avversa ogni 1-4 anni, dovuta alla presenza di tracce nascoste di allergene o a fenomeni di contaminazione. Per questo motivo è auspicabile fare ricorso ad approcci terapeutici, che possano curare realmente le allergie alimentari e non semplicemente escludere gli alimenti dalla propria dieta.

Un metodo per rendere l’organismo meno suscettibile ad un dato alimento è la desensibilizzazione, o immunoterapia orale, che consiste nella somministrazione controllata e ripetuta di piccoli quantitativi crescenti dell’allergene.

Al paziente viene fatta ingerire quotidianamente la sostanza allergizzante, partendo da una dose minima (al di sotto della sua soglia di reattività) e progredendo fino al raggiungimento di una porzione normale dell’alimento. I protocolli non sono univoci, possono prevedere un incremento rapido o lento della dose, fino a raggiungere quella di mantenimento quotidiana compresa tra 300 e 4000 mg di proteine. Una volta terminata la terapia, per non perdere la protezione ottenuta il paziente assumerà l’alimento per un periodo variabile tra i 6 mesi e i 5 anni.

L’obiettivo è innalzare la soglia di tolleranza, ridurre il rischio di reazioni gravi in caso di contatto involontario e, in generale, migliorare la qualità di vita.

I vantaggi dell’immunoterapia orale (OIT) sono innegabili: protezione dall’assunzione accidentale dell’alimento; reintegrazione dell’alimento nella dieta normale; risoluzione definitiva dell’allergia. La somministrazione della terapia e il dosaggio degli alimenti devono avvenire sempre sotto stretto controllo medico.

Una volta chiarito di cosa si tratta, di seguito rispondo alle domande che mi vengono maggiormente poste dai pazienti per spiegare in modo chiaro e semplice i benefici dell’immunoterapia orale per le allergie alimentari.

L’immunoterapia orale può trattare tutte le allergie alimentari?

Fino ad oggi è stata applicata con successo alle allergie alle noci, alle arachidi, al sesamo, alla soia, alle leguminose, ad alcuni cereali (orzo, grano, segale), al latte, alle uova e ai gamberi. Sfortunatamente, non è stata applicata con successo alle allergie a frutta e verdura, a causa della scarsa concentrazione di proteine di questi alimenti.

Esistono altre terapie per le allergie alimentari?

Sì, ci sono diversi approcci terapeutici alle allergie alimentari. L’immunoterapia cutanea (EPIT) prevede l’applicazione di un piccolo patch sulla cute che rilascia l’allergene e viene sostituito circa ogni 24 h. È stata studiata per il trattamento delle allergie al latte e alle arachidi e si è dimostrata efficace soprattutto nei bambini più piccoli. L’impiego dell’Immunoterapia sottocutanea (SCIT) con iniezioni di estratto allergenico è limitato dall’alto rischio di reazioni avverse gravi. La terapia biologica con omalizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato di classe IgG1, negli ultimi anni è stata applicata, in aggiunta all’OIT, anche nella terapia delle allergie alimentari. Una novità per il trattamento dell’allergia all’arachide è il vaccino a DNA. ASP0892 (ARA LAMP Vax), un vaccino multivalente (Ara h1, h2, h3) per cui è in corso uno studio per valutare il profilo di sicurezza e la tollerabilità. La ricerca nel campo della terapia per l’allergia alimentare è in rapida espansione, come testimoniato dai molteplici trial clinici in corso. In ogni caso è sempre opportuno identificare i soggetti con una più alta probabilità di allergia persistente e selezionare la terapia più adatta. Ad oggi, però, l’OIT ha mostrato i risultati più promettenti in termini di efficacia e sicurezza.

A quali età è possibile iniziare la desensibilizzazione?

Ogni soggetto dovrà valutare il proprio caso con l’allergologo. Le linee guida EAACI (European Academy of Allergy and Clinical Immunology) consigliano di considerare l’impiego dell’OIT per le forme persistenti di allergia alimentare al latte, all’uovo e all’arachide nei bambini a partire dall’età di 4-5 anni. I trial condotti hanno evidenziato che la maggior parte dei soggetti trattati raggiunge la desensibilizzazione, mentre la tolleranza o “post desensitization effectiveness”, ossia la possibilità di assumere l’alimento senza presentare reazioni avverse, dopo un periodo in cui il soggetto non sia stato esposto all’allergene, è meno comune. Nel caso di allergie alle uova e alle arachidi, dopo 4 o 5 anni di trattamento, il 50% dei soggetti può considerarsi guarito dall’allergia (non ha più bisogno di assumere quotidianamente le dosi dell’alimento). La percentuale di successo sale all’80% quando i soggetti iniziano la desensibilizzazione tra i 9 e i 36 mesi di età.

Si possono verificare delle complicazioni?

Chi inizia il trattamento di immunoterapia orale può riportare inizialmente delle reazioni allergiche, anche se lievi, come prurito alla bocca e disturbi gastrici. Raramente è stato necessario intervenire con dosi di adrenalina. Il 2,7% dei pazienti ha reagito con un’infiammazione cronica dell’esofago (con difficoltà di deglutizione), che si è risolta sospendendo il trattamento di desensibilizzazione. Per tutti questi motivi, un percorso del genere deve essere effettuato solo in centri allergologici specializzati nei trattamenti desensibilizzanti e sotto il controllo di personale medico esperto, mentre sono assolutamente da evitare i tentativi fai da te!