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SOS allergie stagionali

SOS allergie stagionali: cause, sintomi e terapie

Con l’arrivo della primavera è iniziato il periodo delle allergie stagionali. Raffreddori, starnuti, arrossamento degli occhi e asma bronchiali, questi sono solo alcuni dei sintomi che possono manifestarsi quando si soffre di allergie stagionali. Sono molte le persone che ne soffrono, alcune in maniera più lieve, altre in forma più o meno grave: a causare la reazione allergica è per lo più l’alta concentrazione di pollini presenti nell’aria.

L’allergia stagionale è una reazione del sistema immunitario nei confronti di alcune sostanze apparentemente innocue, come il polline rilasciato dalle piante, le spore rilasciate dalle muffe e altri allergeni presenti in determinati periodi dell’anno nell’ambiente.

Il sistema immunitario che ha sviluppato queste allergie riconosce queste sostanze (allergeni) come aggressori e rilascia alcune sostanze nel sangue per creare una barriera contro di loro. Ed è proprio il rilascio di queste sostanze che provoca i sintomi. Nello specifico, i principali sintomi sono prurito diffuso, secrezione nasale (rinorrea) che può portare all’otite, starnuti e congiuntivite. La mucosa nasale può inoltre gonfiarsi e i seni paranasali ostruirsi, causando cefalea e occasionalmente infezioni (sinusite). Nei casi più gravi possono presentarsi veri e propri attacchi di asma con tosse, respiro sibilante e difficoltà respiratorie marcate. Esistono, infine, casi rari di shock anafilattico.

I soggetti allergici possono reagire a più pollini, pertanto la sintomatologia può permanere per più mesi, anche fino all’autunno.

I pollini responsabili delle allergie stagionali hanno un andamento periodico, seguono infatti il ciclo delle piante, responsabili della produzione di tali allergeni, che vengono riversati nell’ambiente per poi entrare in contatto con le vie respiratorie. Il periodo più ricco di pollini, in cui si concentrano la maggior parte dei sintomi di allergia è tra la primavera e l’estate, in particolare i mesi di aprile, maggio e giugno, ma in realtà i pollini delle varie specie di piante ed alberi sono presenti lungo quasi tutto l’arco dell’anno.

Sinteticamente si possono individuare le seguenti stagioni:

  • primavera: generalmente alberi (quercia, olmo, ontano, betulla, faggio, pioppo, frassino e olivo);
  • estate: graminacee (erba Bermuda, fleo, paleo odoroso, erba mazzolina e sorgo) ed erbe infestanti (cardo selvatico e piantaggine);
  • autunno: ambrosia, alternaria (muffa).

L’incidenza e la concentrazione nell’aria dei pollini delle piante erbacee ed arbustive varia notevolmente in base all’area geografica. La presenza di granuli di polline nell’atmosfera dipende infatti dalle condizioni climatiche e dalla diffusione della vegetazione nella zona. In Sicilia, ad esempio, la stagione delle graminacee e della parietaria, a causa delle elevate temperature, comincia in anticipo.

Come si fa a scoprire se si è allergici?

La diagnosi di allergia stagionale deve essere effettuata da uno specialista in allergologia. L’allergologo dapprima procede con l’anamnesi e la raccolta di informazioni sui sintomi e lo stile di vita del paziente. Successivamente esegue i test diagnostici.

I prick test prevedono l’applicazione sulla cute del paziente di una goccia di ogni estratto/allergene, che poi viene fatto penetrare sottocute tramite l’utilizzo di una lancetta. Lo sviluppo di un’eventuale reazione (una tumefazione pallida, leggermente in rilievo e circondata da una zona arrossata), significa che il soggetto è allergico a quella specifica sostanza. Il dosaggio delle immunoglobuline (IgE), tramite un prelievo di sangue, invece, misura la risposta immunitaria a un allergene specifico. Utile nel caso in cui il test cutaneo risulti dubbio.

La prevenzione è la prima arma: è consigliato limitare il più possibile l’esposizione all’allergene.

Trattandosi tuttavia di pollini che hanno un’ampia diffusione sul territorio, in determinati periodi, la strategia non è delle più semplici. Limitare il tempo da trascorrere all’aperto, chiudere le finestre, utilizzare filtri dell’aria e sistemi di condizionamento possono essere utili accorgimenti, ma non sufficienti. Per mitigare i sintomi esistono diversi farmaci: spray nasali a base di corticosteroidi, antistaminici, decongestionanti, colliri e broncodilatatori.

Nel caso in cui le opzioni farmacologiche non allevino i sintomi dell’allergia stagionale, si può ricorrere a trattamenti specifici per l’allergia come l’immunoterapia o terapia desensibilizzante.

Un trattamento a lungo termine che prevede la somministrazione, tramite iniezioni, dell’allergene diluito a concentrazioni crescenti. Lo scopo è quello di abituare gradualmente l’organismo alla sostanza che scatena l’allergia, in maniera tale che la risposta immunitaria venga rimodulata. È una cura che va iniziata dopo la stagione dei pollini, proprio per prepararsi alla stagione successiva.

Se anche con l’arrivo della primavera riferisci un peggioramento dei sintomi (ostruzione nasale, starnuti, asma) propri delle allergie stagionali prenota una visita con il dottor Michele Malaguarnera, specialista in allergologia e immunologia di Catania, chiamando i seguenti numeri: 0957150323 / 3471143326

Anche l’autunno è tempo di allergie

Anche l’autunno è tempo di allergie

Se eravamo abituati a starnuti e allergie principalmente nel periodo primaverile, adesso possiamo assistere a questi fenomeni pure in pieno autunno. Il polline potrebbe essere sempre più presente nell’arco dell’anno iniziando precocemente in primavera (fino a 40 giorni prima) e allungandosi a fine estate anche tra settembre e ottobre (fino a due settimane dopo). I motivi sono molteplici ma hanno un unico comune denominatore: i cambiamenti climatici in atto.

Tra tutti i pollini di questo periodo, i più pericolosi sono generalmente quelli della parietaria e dell’ambrosia.

Quest’ultima, nello specifico, inizia la sua impollinazione ad agosto, dando il via ad un processo che può talvolta durare anche fino alle alle prime settimane dell’autunno, prolungando di fatto il tempo di esposizione dei pazienti agli allergeni.

Nel periodo autunnale non abbiamo solo allergeni esterni (outdoor) legati alla pollinazione di alcune piante, ma anche allergeni presenti negli ambienti interni (indoor). Questi ultimi infatti rispetto al periodo estivo sono meno arieggiati, di conseguenza aumenta l’umidità e con essa la concentrazione di muffe e acari della polvere.

Le muffe (Alternaria, Cladosporium, Aspergillus) possono causare reazioni allergiche, sia all’aperto e sia al chiuso, in ambienti particolarmente umidi. Le muffe possono essere responsabili di reazioni allergiche particolarmente severe: non solo oculorinite ma, in alcuni casi e nelle persone predisposte, anche violenti crisi asmatiche. Gli acari possono essere la causa di reazioni di tipo respiratorio, come rinite, rinocongiuntivite e asma, ma anche cutanee. Gli acari della polvere sono gli allergeni più frequenti nelle nostre case: sono minuscoli animali, della stessa famiglia dei ragni, non visibili a occhio nudo, che si riproducono nella polvere e si cibano del nostro epitelio di sfaldamento cutaneo. Si annidano soprattutto nei materassi, nei cuscini, nei tappeti, nelle librerie e laddove è più difficile combattere la polvere.

Quando un individuo predisposto a sviluppare allergia entra in contatto con una concentrazione elevata di allergene (pollini, muffe o acari) si determina la produzione di IgE, glicoproteine coinvolte nella risposta immunitaria dell’organismo contro uno specifico allergene.

Quando poi il contatto si protrae si innescano una serie di fenomeni infiammatori con rilascio di mediatori propri dell’allergia come l’istamina e interleuchine specifiche che portano alla comparsa dei sintomi. Abbiamo dunque a che fare con una rinite allergica, la quale come è noto comporta starnuti, naso gocciolante, lacrimazione, prurito agli occhi e tosse. In alcuni individui a questi sintomi diffusi si somma anche l’asma.

Test allergici ai farmaci

Una corretta diagnosi è fondamentale per identificare la vera causa dell’allergia e studiare un trattamento mirato.

Nelle malattie allergiche la prevenzione inizia con l’eliminazione dell’allergene o con la sua riduzione laddove possibile. Seguendo i calendari pollinici è possibile sapere con precisione quando i pollini delle piante a cui si è allergici sono più attivi per evitare, se possibile, l’esposizione. Per quanto riguarda l’ambiente domestico è importante ridurre la temperatura e l’umidità degli appartamenti e eliminare l’esposizione al fumo di sigaretta.

La terapia è personalizzata e dipende dal quadro del paziente. In generale, per la rinite la terapia gold standard è rappresentata da farmaci steroidi topici come gli spray nasali. In alcuni casi si può usare una terapia topica combinata steroidea e antistaminica. Per diminuire la sintomatologia correlata alla rinite (prurito del cavo orale, starnuti, prurito al naso) possono essere utili farmaci antistaminici. Per l’asma sono invece disponibili farmaci specifici: nella maggior parte dei casi il controllo della malattia si ottiene con farmaci corticosteroidei per via inalatoria che possono essere associati anche a farmaci broncodilatatori.

Se anche tu riferisci un peggioramento dei sintomi (ostruzione nasale, starnuti, naso che cola) propri delle allergie autunnali prenota una visita con il dottor Michele Malaguarnera, specialista in allergologia e immunologia di Catania, chiamando i seguenti numeri: 0957150323 / 3471143326.

Allergia ai pollini

Allergia ai pollini, 10 consigli utili

L’allergia ai pollini è tra le principali cause di allergia stagionale ed è causata dalla presenza di pollini nell’aria. L’allergia ai pollini o pollinosi è una reazione spropositata del sistema immunitario dovuta alla presenza di antigeni che si trovano sui pollini prodotti dalle piante. L’attivazione delle imunoglobuline (le immunoglobuline di tipo E, denominate IgE) provoca un processo infiammatorio delle mucose, dovuta alla produzione di istamina.

La reazione allergica è un processo che si sviluppa sostanzialmente in due fasi:

  1. La prima fase è il processo di sensibilizzazione: il sistema immunitario dell’organismo identifica erroneamente una sostanza innocua nell’aria (allergene) come qualcosa di dannoso e, quindi, inizia a produrre anticorpi per neutralizzarla.
  2. La seconda fase è la reazione immunitaria all’allergene: quando l’allergene entra di nuovo in contatto con l’organismo viene immediatamente riconosciuto come dannoso dagli anticorpi prodotti nella prima fase. Il sistema immunitario attiva così una serie di reazioni di allarme attivando tutti organi deputati alla difesa (naso, occhi, gola, etc.).

L’allergia al polline, anche detta raffreddore da fieno, si scatena in maniera repentina dopo l’esposizione all’allergene.

In questo tipo di allergie si può osservare una certa ricorrenza, legata alla stagionalità e al ciclo delle piante, che producono e immettono nell’ambiente grandi quantità di polline. Alcuni soggetti possono essere allergici a più tipi di pollini, prodotti in vari periodi dell’anno, e quindi soffrire di allergia costantemente.

I pollini sono piccole particelle rilasciate nell’aria dalle piante, che giungono a contatto con le mucose attraverso l’aria inspirata.

Il polline è il mezzo con cui le piante si riproducono. Queste particelle vengono rilasciate nell’aria affinché si depositino su altre piante, nel terreno o sulla pianta stessa che li rilascia per avviare il processo di riproduzione. I pollini che più facilmente scatenano reazioni allergiche sono quelli appartenenti a piante senza fiori, come le graminacee e le platanacee. Spesso questi pollini si ritrovano a chilometri e chilometri di distanza dalla pianta che li ha prodotti e per questo è molto difficile cercare di evitarne il contatto.

L’allergia ai pollini ha un andamento stagionale, poiché ogni pianta ha il suo periodo di produzione.

Il bollettino dei pollini può aiutare i soggetti allergici, conoscendo l’allergene che scatena le crisi, ad evitare quanto più è possibile l’esposizione all’agente allergico. In Italia la stagione di produzione dei pollini comprende nella massima parte i mesi da marzo ad ottobre, con un’alternanza nella presenza dei diversi pollini.

Le allergie stagionali da pollinosi sono scatenati da:

  • pollini degli alberi, che generalmente fioriscono in primavera;
  • pollini dell’erba, comuni nella tarda primavera e nell’estate;
  • pollini delle erbacce, comuni in autunno;
  • spore di funghi e muffe, la cui concentrazione può aumentare durante i mesi caldi.

L’allergia al polline può avere come conseguenza la rinite allergica e l’asma allergica. I sintomi più comuni dell’allergia al polline sono:

  • Congestione nasale
  • Naso gocciolante
  • Lacrimazione degli occhi
  • Starnuti
  • Prurito al naso, agli occhi e alla bocca
  • Prurito alla gola
  • Tosse continua
  • Congiuntivite
  • Gonfiore agli occhi
  • Riduzione del senso dell’olfatto e del gusto

Meno comuni sono alcuni sintomi più gravi, come quelli caratteristici dell’asma, che comportano difficoltà respiratorie gravi e, raramente, shock anafilattico.

Il miglior trattamento per l’allergia ai pollini è evitare le sostanze che provocano la reazione allergica. Ecco alcuni consigli utili che aiutano a gestire l’allergia ai pollini:

  1. In presenza di sintomatologia che possa far sospettare un’allergia respiratoria, la prima cosa da fare è rivolgersi al medico curante e/o allo specialista per la corretta diagnosi e l’identificazione dell’allergene (o degli allergeni) a cui si è sensibilizzati, per stabilire un corretto programma preventivo-terapeutico da mettere in atto prima dell’inizio della stagione pollinica.
  2. Consultare i calendari pollinici per conoscere il periodo di fioritura delle piante responsabili delle manifestazioni allergiche o i bollettini dei pollini per conoscere effettivamente quali e quanti pollini siano diffusi nell’aria.
  3. Prima di scegliere la località e i periodi per le vacanze, è opportuno informarsi sull’eventuale presenza di allergeni. Nella fase acuta dell’allergia possono essere anche consigliati, quando è possibile, brevi soggiorni in clima marino durante il periodo della pollinazione, dato che al mare la concentrazione atmosferica dei pollini è relativamente bassa.
  4. Durante i periodi di pollinazione evitare le uscite e le attività all’aperto nelle ore di maggiore concentrazione pollinica, preferendo le uscite in prima mattina o tarda serata.
  5. Tra le 10 e le 16, periodo di maggior concentrazione di pollini, tenere chiuse le finestre e i finestrini dell’auto ed evitare attività all’aperto o passeggiate in campagna.
  6. Non passeggiare in campi, prati o giardini in cui l’erba è stata tagliata da poco.
  7. In casa e in ufficio, se possibile, usare condizionatori d’aria o generatori di anioni, che abbassano la concentrazione di pollini. Per ridurre gli allergeni, fare attenzione alla pulizia della casa e ricorrere eventualmente ad un aspirapolvere dotato di filtro HEPA.
  8. Se l’auto ha l’aria condizionata, installare un filtro antipolline (da pulire spesso e sostituire ad ogni tagliando).
  9. Usare appropriate mascherine anti-polvere durante i lavori all’aperto. Nei periodi di massima pollinazione, evitare di dedicarsi a lavori di giardinaggio.
  10. Lavare con più frequenza i capelli, in quanto i pollini presenti nell’aria possono finire tra i capelli e poi depositarsi sul cuscino durante il sonno.